“Vista la mia situazione lavorativa e la solitudine che ne deriva lascio questa terra”. Lo ha scritto poco prima di impiccarsi, ieri, Francesco Romano Carlucci, 61 anni, stimato farmacista laureato e informatore farmaceutico. Francesco Carlucci, separato, era rimasto da tempo senza lavoro.
Viveva da solo in un piccolo appartamento, due stanze e un bagno, affittato in un vecchio sottotetto del centro storico di Pomigliano, in via Roma, di fronte a una nota pasticceria della zona. A causa della disoccupazione che lo stava consumando il dottor Carlucci non ha potuto pagare gli ultimi quattro pigioni di casa. “Lascio ai miei figli tutto quello che ho: un computer e una videocamera. Mi scuso con i carabinieri per il disturbo che arrecherò”, le altre frasi impresse nella sua ultima missiva. Subito dopo il farmacista, ancora in pigiama, ha preso una corda, l’ha attaccata a un longherone di ferro battuto, nella parte superiore del balcone della camera da letto, ed è salito su un asse da stiro. Il resto è fin troppo facile da immaginare, purtroppo. Sul posto sono accorsi i carabinieri della stazione di Pomigliano.
Quando il comandante, il maresciallo Michele Membrino, ha visto la scena del suicidio e ha letto la missiva del farmacista, è rimasto impietrito. Un signore distinto il dottor Romano, un uomo che ha fatto dell’educazione tradizionale il suo stile di vita. Il professionista si è addirittura scusato con i militari al solo pensiero delle conseguenze che il suo gesto ormai pianificato avrebbe provocato. Un comportamento d’altri tempi per una disperazione più che attuale. In base a un recente rapporto dell’Eures, l’istituto non profit di ricerche economiche e sociali, in Italia dal 2010 si suicida un disoccupato o un precario sottosalariato al giorno. Gesti terribili che vedono sempre più protagonisti gli over 40.
Fonte: www.ilmediano.it