Sicilia. La denuncia di Anio: “In ortopedia 500 morti l’anno per frattura collo del femore”

L’Associazione per le infezioni osteo articolari di fronte a questi numeri ha chiesto un incontro con il presidente della Regione e l’assessore alla Salute davanti al Prefetto, per chiedere di porre ristrettezze sulle agibilità economiche per la sanita se il fenomeno non verrà drasticamente ridotto.

“Ormai la corda è molto tesa e non ci sono i presupposti per un dialogo sereno”. Il Segretario nazionale dell’Anio (Associazione nazionale per le infezioni osteo articolari), Girolamo Calsabianca, ha chiesto al Prefetto di convocare un tavolo di confronto con il Governatore e l’Assessore alla Salute, al fine di decidere il piano di ristrutturazioni delle ortopedie siciliane. Anio ha condotto un monitoraggio regionale sui dati raccolti a livello nazionale dal Ministero della Salute, e i numeri emersi sono sconcertanti: circa 500 morti l’anno nei reparti di ortopedia in seguito a fratture di collo femore; cifre che non possono passare inosservate. Rispetto ad una media nazionale del 5,91%, infatti, le due peggiori performance italiane si registrano entrambe in Sicilia: all’ospedale G. F. Ingrassia di Palermo (21,82%) e all’Aou V. Emanuele di Catania (17,54%).

L’Associazione si è sempre occupata di tutelare i malati affetti da infezioni ossee ed articolari, cercando di stimolare le istituzioni a tutte le possibili collaborazioni per ridurre il numero di eventi avversi, che accadono ogni giorno per complicanze ortopediche. Nel 2009 sempre Anio ha ascritto al Ministero della Salute il dato censito in tutta Italia dei 28.000 nuovi malati che ogni anno contraggono un’infezione ossea ( Diabetici, incidenti stradali con fratture esposte, intolleranze ai metalli, osteomieliti causate per inefficienza delle strutture ospedaliere, negligenza del professionista , infortuni sul lavoro, protesi di anca e ginocchio). La Sicilia è sempre risultata come fanalino di coda a tutti i livelli, non certo per la qualità dei servizi, in quanto mancano gli ortopedici capaci, ma solo perché non vi sono delle corrette linee guida, un rigido monitoraggio delle procedure, un corretto adeguamento agli standard richiesti dal Ministero e dall’Agenas.

Nel 2010 un monitoraggio ristretto solamente alla provincia di Palermo, resosi necessario per l’eccessivo numero di amputazioni, ha dimostrato che su 90 casi di pre-ricovero per amputazione d’arto in gangrena, solo 8 venivano trattati con la resezione dell’arto o del setto anatomico infetto. Il costo unitario del management del piede diabetico che non richiede amputazione è di 4.732€; quando si ricorre all’amputazione i costi arrivano a 31.802€.

In Italia ogni anno si effettuano circa 6.300 amputazioni minori e 2.646 amputazioni maggiori. In Sicilia le cifre stimano 1200 amputazioni ogni anno. Con l’ultima G.U. l’assessorato alla Salute ha deciso di tagliare del 50% i farmaci per il diabete e per l’osteoporosi, già replicata dalla stessa Anio e dalle associazioni del diabete che coalizzate all’ente nazionale ne hanno chiesto il ritiro immediato. Per l’Associazione non si può pensare di “fare economia con queste manovre che triplicano i costi di ogni singolo trattamento e hanno come risultato un maggiore numero di morti ai 500 già censiti, e costi sociali che risultano talmente alti da non potersi stimare”.

Anio e le associazioni ad essa affiliate vogliono un tavolo di lavoro istituito dal Prefetto per richiedere alla Regione di impegnarsi a provvedimenti restrittivi e punitivi per porre fine a questa “indecenza”. “Non si può pensare di combattere la criminalità con impegno di risorse pubbliche e poi si fanno più morti di qualsiasi altro fenomeno, senza che si muova un dito per migliorare la situazione palese e sconcertante”, ha affermato Calsabianca.

Ogni anno per l’ortopedia la Regione spende 37 mln di euro e di questi 14 mln sono Drg di fuga. “Per fare economia – ha spiegato l’Anio – da diverso tempo la stessa regione si sta facendo carico sulla coscienza delle conseguenze che causa, negando anche i rimborsi delle spese residuali, per chi non trovando risposte in regione chiede di andare in altre strutture in alto Italia”.” Vogliamo un impegno scritto e firmato dal governo siciliano – ha concluso Calsabianca – e chiederemo al Ministro della Salute di porre ristrettezze sulle agibilità economiche per la sanità se il fenomeno delle morti in infezioni ossee e per fratture non viene drasticamente ridotto”.

Fonte: www.quotidianosalute.it

Pubblicato da G.C.

Informatore Scientifico del Farmaco

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