Abusivismo in farmacia, da nord a sud casi isolati ma da non sottovalutare

Un magazziniere, un parente o un laureato in erboristeria al bancone della farmacia al posto del personale idoneo, laureato e con la croce dell’Ordine dei farmacisti. Un fenomeno decennale che sembra ritornare a galla in maniera preoccupante in un momento nel quale, come spiega il presidente di Fiafant Anna Attolico «molti colleghi vengono licenziati e imperversa la crisi anche per le farmacie». Ma è un fenomeno davvero così preoccupante? O tutto sommato si tratta di casi isolati? Un rapido giro d’Italia evidenzia che il problema c’è anche se non sembrerebbe così capillare. «L’Ordine da tempo tiene sotto osservazione il fenomeno» spiega per esempio Luciano Diomedi, presidente dell’Ordine di Macerata e delegato regionale per le Marche «e metterà in essere iniziative di monitoraggio, sensibilizzazione e prevenzione, con sollecitazioni a tutti i colleghi. È particolarmente importante, vista la difficoltà occupazionale del momento, avere una posizione forte e decisa verso quelli che noi chiamiamo “camici neri”, coloro i quali cioè, spesso magazzinieri, oltrepassano il loro limite professionale. I casi ci sono ed è per questo che attiveremo delle commissioni di vigilanza». Il problema non sembra tale, invece, in Piemonte come spiega Mario Giaccone, presidente presidente dell’Ordine dei farmacisti di Torino e consigliere Fofi. «Da noi è un problema residuale, anche perché l’introduzione dell’apprendistato e i tirocini hanno offerto al titolare alternative più vantaggiose a portata di mano. Non escludo casi isolati, perciò» conclude Giaccone «ma la cosa non è sistematica come in altre realtà territoriali». Ma anche la voce del sud, il presidente dell’Ordine di Catania Giovanni Puglisi considera il fenomeno ridimensionato rispetto a qualche anno fa. «In passato» spiega «era molto più diffuso, oggi, al contrario, si è ridotto enormemente. Ciò detto non va ignorato ma va combattuto. Ed è per questo» continua Puglisi «che a Catania ho istituito una commissione ordinistica e ispettiva per monitorare il fenomeno. Del resto tra gli aspetti deontologici sui quali vigilare c’è anche quello che la dispensazione sia fatta da personale laureato». E un invito a non sottovalutare il fenomeno arriva anche da Anna Attolico in rappresentanza dei non titolari di Fiafant. «Non abbiamo numeri ma è indubbio che il fenomeno c’è anche se, va detto, gli Ordini hanno sempre vigilato e provveduto a intervenire. È evidente che la responsabilità è dei titolari che consentono l’abusivismo in un momento in cui molti colleghi vengono licenziati. Per questo l’invito rivolto a tutti i farmacisti è a segnalare i casi agli Ordini professionali» conclude Attolico.

Marco Malagutti

 

Fonte: farmacista33.it

Pubblicato da G.C.

Informatore Scientifico del Farmaco

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