Nel progetto descritto sulla rivista Molecular Psychiatry, i ricercatori hanno usato complessi modelli matematici per analizzare i dati di 273 persone e hanno concluso che i cambiamenti nel sangue e nella tomografia cerebrale coincidevano con un’accuratezza dell’80%. Uno dei primi cambiamenti associati con l’insorgenza della malattia è l’accumulo progressivo della proteina tossica amiloide beta, che si deposita in placche nel cervello. Un accumulo che diventa anormale circa 17 anni prima che emergano i sintomi di demenza.
‘’Una diagnosi tempestiva è di importanza critica per conseguire una reale differenza nella battaglia contro l’Alzheimer, per dare alle persone a rischio una possibilità molto maggiore di ricevere trattamento, in modo da ritardare di anni la sua insorgenza, o anche di modificarne il decorso”, scrive Burnham. “Un’ analisi del sangue sarebbe una prima fase ideale per aiutare a identificare molte piu’ persone a rischio, prima che una diagnosi sia confermata da test cognitivi e tomografia cerebrale”.
Fonte: www.pharmastar.it