Cancro: 100 oncologi accusano le case farmaceutiche: “Sciacalli, prezzi triplicati”

Gli esperti hanno scritto sulla rivista specializzata Blood: ” Un prezzo ragionevole dovrebbe mantenere sani i profitti dell’industria farmaceutica, senza essere visto come una ‘speculazione’”.

Cento tra gli oncologi più importanti del mondo accusano le industrie dei farmaci antitumorali di fare sciacallaggio e – tramite l’aumento del prezzo di alcuni medicinali fondamentali – condannare a morte migliaia di pazienti. L’accusa degli esperti è stata pubblicata sulla rivista specializzata Blood e afferma che su 12 farmaci approvati dall’autorità del farmaco americana, Food and Drug Administration (Fda), nel 2012, 11 sono stati immessi sul mercato a un prezzo superiore a 100mila dollari per paziente per anno. Inoltre il prezzo dei farmaci esistenti di provata efficacia è stato aumentato fino a tre volte.

Gli specialisti scrivono: “Che cosa determina un moralmente giustificabile ‘giusto prezzo’ per un farmaco contro il cancro? Un prezzo ragionevole dovrebbe mantenere sani i profitti dell’industria farmaceutica, senza essere visto come una ‘speculazione’. Il termine sciacallaggio può applicarsi alla tendenza dei prezzi elevati del farmaco in circostanze in cui la vita di un paziente è in condizioni mediche gravi. E che ne provoca il disastro”. Tra i farmaci presi in esame c’è il Glivec, prodotto dalla casa farmaceutica svizzera Novartis, che ha avuto un insperato successo nella cura della leucemia mieloide cronica: i pazienti in cura con questo medicinale non solo sono sopravvissuti, ma possono ambire ad una vita quasi normale. Ebbene, il costo del Glivec è passato da 18mila sterline per paziente per anno a circa 21mila nel Regno Unito, mentre negli Usa da 30mila a 92mila dollari. E ciò nonostante tutti i costi di ricerca siano stati coperti dal prezzo originale e il numero di pazienti trattati e la durata del trattamento abbiano registrato significativi incrementi a causa del successo del farmaco.

L’ex Ad di Novartis David Vasella ha affermato in proposito che il prezzo originale del Glivec nel 2001 era “alto, ma ne valeva la pena”, con un fatturato annuo stimato all’epoca in 900 milioni dollari. Un decennio più tardi le entrate sono state invece della cifra record di 4,7 miliardi. Secondo gli oncologi che hanno sollevato il caso, i ricavi di Glivec nel corso degli ultimi dieci anni “rappresentano profitti generosi per la società”. Ma questo ha prodotto una forte pressione su chi deve pagare il conto. E accusano: “I pazienti sono diventati le vittime finanziarie del successo del trattamento, costretti a dover pagare il prezzo ogni anno più caro per rimanere in vita”.

Fonte: www.fanpage.it

Pubblicato da G.C.

Informatore Scientifico del Farmaco

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