Il botox spazzerà via anche dal volto i segni del tempo che passa ma, attenuando le espressioni del sorriso, accresce il rischio di depressione in chi si sottopone al trattamento estetico.
A mettere in guardia è uno studio della Scuola di Psicologia dell’Università di Cardiff presentato alla conferenza annuale della British Psychological Society.
Secondo la ricerca c’è un legame tra il ricorso al botox e la retroazione facciale, cioè quel fenomeno secondo il quale le espressioni del viso finiscono per condizionare le emozioni che proviamo.
Nello specifico, se si vanno ad alterare le espressioni facciali per riempire le “zampe di gallina” di un viso non più giovanissimo, si rischia di “congelare” anche le emozioni. Infatti, secondo il gruppo, l’uso e l’abuso delle iniezioni della tossina botulinica, ridurrebbe la forza dei muscoli che permettono di sorridere col risultato di non far arrivare al cervello i giusti segnali. Ciò, di conseguenza, avrebbe ripercussioni psicologiche sull’umore, aumentando le probabilità di soffrire di depressione.
«Le espressioni che facciamo con il viso – dice Michael Lewis della Scuola di Psicologia dell’ateneo britannico e autore dello studio – non sono scollegate dalle emozioni che sentiamo: non solo servono a esprimere le sensazioni, ma in qualche modo le influenzano anche».
Lo studio, ha preso in esame un gruppo di 25 donne che si erano sottoposte al botox facendole compilare un questionario riguardante l’umore e vari sintomi di depressione. È emerso che chi era ricorso alla tossina botulinica per eliminare le zampe di gallina presentava una probabilità del 50% più alta di soffrire di depressione rispetto a chi avevano trattato solo le rughe verticali.
Insomma, concludono i ricercatori, «così come la felicità fa sorridere, anche sorridere rende felice».
Fonte: www.healthdesk.it