Inventata la macchina che rivoluziona i trapianti d’organo

[banner size=”125X125″ align=”alignright”]Un professore britannico ha ideato una macchina che mantiene in vita per alcuni giorni gli organi da trapiantare. L’invenzione potrebbe rivoluzionare la pratica del trapianto d’organi, rendendola più gestibile e attuabile, aumentando di fatto il numero di possibili trapianti.

Fino a oggi, la tecnica clinica del trapianto d’organi si è contraddistinta per essere una procedura d’emergenza, in quanto l’organo da trapiantare non può vivere più di tanto tempo senza essere utilizzato. Un limite, questo, che nel tempo ha creato non pochi problemi.

Ora però le cose potrebbero cambiare. E questo grazie a uno scienziato di Oxford che avrebbe ideato il modo per mantenere in vita gli organi espiantati.
La macchina è già stata utilizzata recentemente e con successo per un trapianto di fegato, ma può essere impiegata anche per altri organi quali reni e polmoni. Tuttavia, per ora, non si può utilizzare per il cuore.

Un degli ideatori della macchina – chiamata “OrganOx” – è il professore di ingegneria biomedica presso la Oxford University, dottor Constantin Coussios. Il professore – che oggi ha 35 anni – ha dedicato gli ultimi 15 anni della sua vita proprio per approntare questa macchina.
Questa nuova tecnologia è stata sviluppata da Coussios insieme al dottor Peter Friend, direttore del Centro Trapianti di Oxford.
«La tecnologia è stata sviluppata per il fegato – spiega Coussios nella nota Oxford – ma è applicabile ad altri organi tranne il cuore. Abbiamo sostanzialmente imitato ciò che accade all’interno del corpo umano. Le persone hanno cercato di raggiungere questo obiettivo per 200 anni».

Nello specifico, prima del trapianto eseguito, la macchina ha potuto conservare il fegato a una temperatura simile a quella corporea. Grazie alla perfusione con globuli rossi ossigenati, è stato poi possibile mantenerlo in vita. Questo rivoluzionario dispositivo può mantenere per tre giorni il normale funzionamento di un organo, come se fosse ancora nel corpo di una persona, con tanto di sangue che circola attraverso i capillari e produzione di bile.

La macchina potrebbe ampliare il numero di organi che possono essere trapiantati. Uno dei problemi, allo stato attuale delle cose, è che spesso la domanda supera l’offerta. E, a complicare le cose, è proprio la conservabilità degli organi per il tempo necessario a eseguire il trapianto.
Il metodo convenzionale di conservazione degli organi, che utilizza il raffreddamento dell’organo a 4°C, mantiene un organo “vivo” per 20 ore al massimo – senza contare i danni cui va naturalmente incontro un organo espiantato.
Secondo il professor Coussios, questo dispositivo potrebbe portare il trapianto di organi a non essere più una procedura di emergenza.

Gli scienziati, ora hanno dato l’avvio a uno studio pilota in cui sono previsti altri 20 trapianti di fegato. Lo studio dovrebbe terminare verso la fine dell’anno. Nel frattempo, altri 35 pazienti hanno espresso il desiderio di partecipare ai prossimi studi.
Come si può notare, le aspettative sono molte. Così come le persone che attendono speranzose un organo che possa salvare loro la vita.

Fonte: www.lastampa.it

Pubblicato da G.C.

Informatore Scientifico del Farmaco

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