Microchip ‘bio’ per studio neuroni apre strada a nuove cure

Arriva un microchip organico per studiare i neuroni: è un nuovo strumento più efficace per la conoscenza del funzionamento del cervello, che apre la strada alla ‘riparazione’ dei neuroni mal funzionanti in Parkinson ed epilessia. La novità è frutto di una ricerca del Cnr pubblicata su Nature Materials.

La messa a punto di una nuova tecnologia, definita elettronica organica trasparente, capace di ottenere informazioni in merito all’attività neuronale, apre infatti una nuova piattaforma d’indagine. La ricerca, condotta da due istituti del Consiglio nazionale delle ricerche di Bologna, in collaborazione con l’Istituto italiano di tecnologia (Iit) e con Etc, spin off del Cnr e start up del Gruppo Saes, ha dimostrato che si può stimolare l’attività neuronale, ‘manipolarla’ e leggerla attraverso uno strumento biocompatibile, il microchip organico Ocst (organic cell stimulating and sensing transistor).

“Il dispositivo è costituito da un microchip organico trasparente sul quale vengono adagiate le reti neuronali, caratterizzato dalla capacità di stimolare e registrare segnali elettrici e, in prospettiva, di generare luce – spiega Michele Muccini, responsabile del Cnr-Ismn di Bologna e uno dei coordinatore del progetto – . Inoltre, in quanto biocompatibile, Ocst riesce a rimanere a contatto per lungo tempo con i neuroni primari senza che questi vengano danneggiati, offrendo la possibilità di comprendere il loro funzionamento e di modulare la loro attività con maggiore efficacia rispetto alle tecnologie esistenti”.

L’applicazione di questo strumento fornisce numerosi vantaggi: “Il suo sviluppo permetterà di studiare anche altri tipi di neuroni e di cellule, dando la possibilità di compiere significativi passi avanti nella determinazione del funzionamento del cervello umano”, prosegue Muccini. In futuro, la capacità di interazione tra cellule nervose e dispositivo potrebbe trovare applicazioni per la rigenerazione del tessuto nervoso periferico compromesso da incidenti traumatici, da malattie neurodegenerative come il Parkinson o nella diagnosi precoce di eventi epilettici.

Fonte: www.pharmastar.it

Pubblicato da G.C.

Informatore Scientifico del Farmaco

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