Mylan rileva i generici branded di Abbott. Punterà di più sull’Italia

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Operazione complessa da 5,3 miliardi di dollari: Mylan fonda e poi acquisisce una NewCo in Olanda. Abbott (per poco) azionista della nuova entità

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Ancora un’operazione di M&A di primaria importanza, a metà strada fra le strategie commerciali e gli obiettivi di tax inversion. Ad ogni modo, questa volta, pare che la filiale italiana della società acquirente non possa che beneficiare del deal.

Mylan ha stipulato un accordo definitivo per l’acquisizione dell’unità di Abbott dedicata ai farmaci equivalenti a marchio, ossia i prodotti proprietari a brevetto scaduto (i cosiddetti “branded generics”, uno per tutti, a titolo esemplificativo, l’antinfiammatorio Brufen), nei mercati a economia matura ad esclusione degli Stati Uniti: Europa, Giappone, Canada, Australia e Nuova Zelanda. Valore dell’operazione, circa 5,3 miliardi dollari. L’accordo non prevede esborsi di cassa, ma la cessione ad Abbott di azioni Mylan.

“L’acquisizione di questo business – che per inciso genera ogni anno 1,9 miliardi di dollari – è assolutamente strategica – ha affermato Robert J. Coury, Presidente di Mylan – perché arriva in un momento di mercato molto favorevole per Mylan e ci consente di diversificare il nostro portafoglio e dare ulteriore impulso al nostro business nei più grandi mercati al di fuori degli Stati Uniti”. Queste le dichiarazioni, altri, in parte differenti, i contenuti e le ricadute della manovra: l’accordo prevede il trasferimento, dei business di Abbott rilevati, a una nuova società, che avrà sede nei Paesi Bassi, e la successiva fusione di questa NewCo con Mylan. Abbott riceverà 105 milioni di azioni della “nuova Mylan” fusa con la NewCo olandese, che rappresentano circa il 21% della società di prossima costituzione. Come spesso accade in questi casi, Mylan sottolinea che continuerà ad essere guidata dal suo attuale management, e che trasferirà solo il domicilio fiscale: l’headquarter resta a Pittsburgh, in Pennsylvania.

Oltre ai diritti su più di 100 prodotti di Abbott e a due plant produttivi, in Francia e in Giappone, il business acquisito consta di circa 3.800 dipendenti, con uno staff di circa 2.000 unità dedicate alla vendita.

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L’operazione è stata approvata all’unanimità dal board di Mylan e dovrebbe chiudersi nel primo trimestre del 2015. Il nuovo portafoglio dovrebbe consentire a Mylan di raddoppiare le vendite in Canada e in Giappone, ma soprattutto di raddoppiare i ricavi dell’azienda in ​​Europa, dando luogo, di conseguenza, a un notevole rafforzamento della presenza di Mylan in Italia, Regno Unito, Germania, Francia, Spagna e Portogallo. Una crescita complessiva che dovrebbe poi permettere alla multinazionale di investire per la crescita in Australia e Nuova Zelanda.

Un analista di JPMorgan Chase & Co., Michael Weinstein, ha rilevato che l’accordo potrebbe essere vantaggioso per entrambe le aziende: Abbott ne otterrà liquidità per far fronte all’erosione delle sue quote di mercato in Europa e investire sulla crescita delle altre divisioni, mentre Mylan beneficerà del minore carico fiscale dovuto al “nuovo domicilio”.

“Siamo gli ultimi ad annunciare una tax inversion nel nostro settore, spostando la nostra sede fiscale al di fuori degli Stati Uniti – ha dichiarato Heather Bresch, Ceo di Mylan –. Questa mossa ci dischiude uno scenario molto più ampio per cogliere in futuro nuove opportunità”. Secondo Mylan, infatti, l’operazione aggiungerà 25 centesimi di utili per azione nel primo anno, e genererà, a tre anni dal closing, 200 milioni di dollari di risparmio. Bresch ha espressamente dichiarato che l’azienda investirà queste risorse per espandere rapidamente il proprio business in Europa, e che manterrà gran parte delle infrastrutture di Abbott.

Miles D. White, Ceo di Abbott, ha dichiarato che a seguito dell’operazione il rimanente portafoglio di generici dell’azienda “sarà dedicato ai mercati emergenti, dove gli attesi cambiamenti demografici e il crescente accesso alle cure sanitarie dovrebbe dar luogo a una crescita sostenibile”. La società ha ulteriormente precisato che resta in possesso di un portafoglio di “branded generics” da 2,9 miliardi di dollari nel 2013, e che promette una crescita che potrebbe sfiorare la doppia cifra. Infine, Abbott prevede che “non resterà a lungo azionista di Mylan”, e utilizzerà i proventi della transazione per cogliere “opportunità in grado di generare un aumento degli utili nel corso del tempo”.

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Fonte: aboutpharma.com

Pubblicato da G.C.

Informatore Scientifico del Farmaco

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