Ormoni in cambio di regali

Benefici se piazzavano i farmaci di Sandoz-Novartis: medici di tutt’Italia si facevano comprare da informatori scientifici. Il pm chiede il giudizio in quarantotto.

Busto Arsizio – Regali e regalie in cambio della prescrizione di ormoni per la crescita destinati ai bimbi. Questo l’intreccio tra la Sandoz e un nutrito gruppo di medici specialisti – soprattutto endocrinologi e nefrologi di strutture pubbliche e private – sparsi in tutta Italia.
Lo scandalo era emerso l’anno scorso all’esito di un’inchiesta condotta dai Nas dei carabinieri e coordinata dal pubblico ministero bustocco Mirko Monti che venerdì 17 maggio ha firmato le richieste di rinvio a giudizio: quarantotto gli indagati, dodici dei quali informatori scientifici mentre gli altri sono tutti camici bianchi.
Stralciate quindi parecchie posizioni per le quali verrà chiesta l’archiviazione, visto che inizialmente erano ottanta i soggetti finiti nella rete degli inquirenti. Stando alla procura, gli specialisti avrebbero intascato l’equivalente di circa 500mila euro per migliaia di prescrizioni contestate.
I reati ipotizzati sono quelli di truffa al Servizio sanitario nazionale, comparaggio, associazione per delinquere finalizzata alla corruzione e falso. In altre parole pediatri ed endocrinologi in corsia avrebbero consigliato di somministrare ai bimbi «dosi da cavallo» di medicianli ormonali della Sandoz Novartis (che ha sempre collaborato con gli inquirenti), con dosaggi al di sopra delle indicazioni terapeutiche, acquistati dagli informatori farmaceutici in cambio di ogni tipo di vantaggi.
Viaggi premio per l’intera famiglia, notebook, vestiti griffati, pranzi in ristoranti chic, gioielli, borse, promesse di assunzioni. Addirittura c’erano medici che costituivano onlus fittizie per giustificare le fatture di Omnitrope e Binocrit, il cui principio attivo è la somatropina, usati normalmente come stimolatori della crescita e per la cura di infezioni renali e alla vescica, ma con vasta quanto illecita applicazione nelle pratiche di doping. C’era poi chi simulava l’elargizione di denaro per attività di consulenza o di studio, di contributi a congressi e seminari e la partecipazioni a meeting internazionali. A quanto pare esisteva un vero e proprio tariffario: gli informatori applicavano oltre duemila euro per ogni nuovo paziente. Ma per i medici non c’erano solo soldi o regali. All’Umberto I di Roma, per esempio, per alcuni professori arrivavano anche stipendi in nero e false attestazioni di partecipazione a congressi a New York per giustificare le assenze dal servizio. In un altro caso era stato promesso a un medico compiacente anche il pagamento di una quota del contratto di ricercatrice per 50mila euro all’anno, per otto anni a partire dal 2010. Al Gaslini di Genova, ospedale d’eccelleza che evoca purtroppo quanto di più terribile possa accadere alla salute di un bimbo, la “pelle” dei piccoli valeva quanto la pelle di una borsa da 180 euro. Una dottoressa dell’azienda ospedaliera Santobono di Napoli si vendette anche per molto meno, ossia un paio di jeans Levi’s acquistati a New York e una felpa Paul Frank comprata a Saronno, quale ricompensa per aver aderito alle richieste di prescrivere Omnitrope. Alla faccia del giuramento di Ippocrate. Del caso, proprio giovedì sera, si è occupato anche il programma Falò della televisione svizzera, con un ampio reportage cui sono intervenuti anche i carabinieri dei Nas.

Fonte: www.prealpina.it

Pubblicato da G.C.

Informatore Scientifico del Farmaco

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