Sempre più medici italiani in Germania, ‘migranti’ in continua crescita

Roma, (Adnkronos Salute) – La Germania ‘terra promessa’ per gli italiani in camice bianco. Cresce la domanda e l’offerta di lavoro in cliniche e ospedali del Paese ‘traino’ dell’economia europea che soffre, però, di una carenza cronica di personale sanitario. Un trend quello della migrazione medica dal territorio italiano che è in aumento esponenziale. Se nel 2009 – indicano i dati forniti all’Adnkronos Salute dall’Ambasciata tedesca a Roma – i medici italiani attivi in Germania erano 653, il 10% in più rispetto all’anno precedente, nel 2011 si attestavano già 788, oltre il 13% in più del 2010. E negli ultimi due anni, indicano gli esperti, il fenomeno si è ulteriormente consolidato. La maggioranza dei professionisti trova posto negli ospedali e, in buona percentuale, ha un contratto fisso. Forte l’interesse dei nostri camici bianchi a partire, ma altrettanto forte quello delle strutture tedesche ad attrarre – ‘soffiando’ ai Paesi anglofoni favoriti dalla lingua, Gran Bretagna in primis – gli aspiranti ‘migratori’. E così, da un paio d’anni sono stati attivati progetti (con corsi di lingua inclusi) per ‘calamitare’ professionisti dall’Italia, di cui si apprezza la preparazione universitaria, ma anche da Portogallo e Spagna. Un richiamo sempre più forte per i nostri dottori e infermieri, soprattutto neolaureati, costretti in Patria a confrontarsi con i molti problemi del Servizio sanitario nazionale, prima tra tutti il precariato. Quella delle professioni sanitarie, insieme agli ingegneri, è la categoria emergente tra i nuovi migranti in terra tedesca, una ‘popolazione’ in deciso aumento. Secondo gli ultimi dati Destatis, l’istituto federale di statistica del Paese, in un anno la migrazione dell’Italia verso la Germania è cresciuta del 40%. Gli stipendi per i camici bianchi – a conti fatti e con poche eccezioni – non sono molto differenti. Ma l’accoglienza e i servizi riservati agli professionisti sono eccellenti: aiuto a trovare alloggio, attività sociali per favorire l’integrazione, tutor di riferimento e corsi di lingua. La lingua è infatti il maggior ostacolo per i medici della Penisola che vorrebbero partire. Un po’ meno per gli infermieri, che più facilmente accettano di essere inquadrati a livelli contrattuali inferiori mentre seguono corsi di lingua in loco, offerti dai datori di lavoro. Il sistema messo a punto dai tedeschi prevede, infatti, che una volta raggiunto il livello richiesto, venga garantito l’adeguamento del contratto. “L’offerta di lavoro a medici e infermieri da parte delle strutture tedesche è sicuramente aumentata negli ultimi due anni”, spiega Jessica Bedo adviser dell’Eures di Padova, la rete che collega i servizi dell’impiego pubblico in Europa e favorisce la mobilità dei lavoratori nella Ue, rete organizzata in Italia a livello provinciale. “L’ostacolo – continua l’esperta – è ovviamente la lingua, per i medici è richiesto, infatti, il livello B2”. Lo scorso anno i 19 medici reclutati a Padova “non sono partiti perché il loro livello linguistico era insufficiente”. Hanno preso invece servizio i 15 infermieri sempre reclutati dall’Eures di Padova nel 2012. “Anche se parlavano solo inglese – continua Bedo – hanno accettato un contratto da operatori socio-sanitari per arrivare, dopo i sei mesi di corso di lingua che viene loro offerto, ad esercitare la loro reale qualifica con la giusta retribuzione”. La Germania “ha un estremo bisogno di di queste professioni – conclude Bedo – per questo con il progetto The Job of my life, attraverso Eures Germania, ha proposto corsi ai lavoratori disposti a partire, in centri scelti”.

Fonte: www.adnkronos.com

Pubblicato da G.C.

Informatore Scientifico del Farmaco

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.