Tangenti per uso improprio di antipsicotici Supermulta di 1,6 miliardi di euro a J&J

L’accusa è di aver promosso due antipsicotici e un farmaco per il cuore per usi non ritenuti sicuri ed efficaci dalla Fda

2,2 miliardi di dollari: tanto pagherà la Johnson & Johnson per chiudere un accordo con il governo americano e mettere fine a una serie di procedimenti penali e civili in cui la multinazionale è accusata di aver promosso tre farmaci (due antipsicotici e un farmaco per il cuore) per usi non ritenuti sicuri ed efficaci dalla Food and Drug Administration. Non solo: la J&J, che ha patteggiato accettando di sborsare la favolosa somma (corrispondete a oltre 1,6 miliardi di euro), avrebbe pagato tangenti a medici perché prescrivessero i suddetti medicinali: Risperdal, Invega e Natrecor.

A RISCHIO LA SALUTE – Il Dipartimento di Giustizia sottolinea che si tratta di uno dei maggiori patteggiamenti sanitari della storia americana, con 485 milioni di dollari pagati alle autorità federali e 1,72 miliardi di dollari agli Stati. «Queste aziende si sono riempite le tasche a spese dei contribuenti americani e delle assicurazioni private. La loro condotta ha messo a rischio la salute e la sicurezza dei pazienti» ha detto il procuratore generale Eric Holder. «Abbiamo raggiunto un accordo su una complessa materia legale che copre quasi un decennio», ha ammesso dal canto suo Michael Ullmann, vice presidente di Johnson & Johnson.

MARKETING – Secondo le accuse, l’azienda avrebbe messo in piedi un’aggressiva campagna di marketing «ungendo» medici e farmacie – in particolare il colosso Omnicare, che rifornisce le case di cura per anziani – per promuovere l’impiego off-label (non autorizzato) dei tre medicinali. La vicenda è in gran parte incentrata sul Risperdal (risperidone), antipsicotico che Johnson & Johnson commercializza per il trattamento di anziani affetti da demenza e bambini con problemi comportamentali. L’accordo civile chiude anche le vicende legate all’altro antipsicotico, Invega (paliperidone), e al farmaco cardiovascolare Natrecor (nesiritide). Il gigante farmaceutico e le società sussidiarie Janssen Pharmaceuticals e Scios Inc. hanno accettato di pagare 400 milioni dollari in ammende penali, e 1,6 miliardi «per chiudere tre procedimenti civili pendenti nelle corti distrettuali federali», precisa J&J in una nota. L’accordo prevede inoltre che la società modifichi le pratiche commerciali relative al marketing dei farmaci.

USI IMPROPRI – Risperdal era stato approvato dalla Food and Drug Administration per il trattamento della schizofrenia. Ma nel 2002 e nel 2003, secondo le accuse, i rappresentanti delle vendite di Janssen Pharmaceuticals avrebbero sollecitato i medici a prescrivere il farmaco per il trattamento di sintomi quali agitazione, ostilità e confusione nei pazienti anziani affetti da demenza. Materiali promozionali sottolineavano questi sintomi e riducevano al minimo qualsiasi menzione dell’uso approvato dalla Fda. I rappresentanti avrebbero ricevuto incentivi per promuovere usi off-label del farmaco, anche fra bambini con disturbi psichiatrici diversi da quelli autorizzati. L’intesa mette fine anche alle accusa di aver commercializzato Invega, farmaco per il trattamento della schizofrenia, per usi off-label. Stesso destino per le cause che pendevano sulla controllata Scios, che avrebbe commercializzato in modo improprio Natrecor. La chiusura della vicenda include anche un Cia (Corporate ingregrity agreement) di 5 anni tra l’Ufficio dell’ispettore generale del Dipartimento della Salute Usa e J&J.

Fonte: corriere.it

Pubblicato da G.C.

Informatore Scientifico del Farmaco

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