WEB & TECH Web Reputation: gli italiani non amano le aziende del farmaco

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La prima indagine sulla “web reputation” delle pharma pubblicata su “AboutPharma and Medical Devices”

Gli internauti italiani non amano le aziende farmaceutiche. Tra blog, social network, chiacchiericci e semplici searchil web di casa nostra non mostra particolare affezione per i produttori di pillole. Ne parla poco – rispetto ad altri comparti industriali – ma soprattutto ne parla male.

 

È quanto risulta da un’indagine esclusiva, svolta tra gennaio e giugno 2013, da AboutPharma and Medical Devices  in collaborazione con Netscreening, società specializzata nelle analisi diweb reputation. L’indagine appare sul numero di settembre del nostro mensile e ha messo sotto la lente le discussioni italiane online riguardanti 70 aziende farmaceutiche italiane e straniere, oltre ai principali produttori di dispositivi, selezionandone una quarantina tra quelle che presentavano la maggiore significatività statistica. Le aziende farmaceutiche sono state “indagate” utilizzando il rispettivo brand quale keyword.

 

Da un primo sguardo emerge che:

1.      Pfizer guida la classifica della presenza online, con 4.578 discussioni (seguono Bayer e Novartis ben distanziate);

2.      Baxter vince tra i produttori di dispositivi (tuttavia va considerata la doppia veste produttiva);

3.      Fatto cento il valore attribuito alle tendenze di ricerca dedicate al sistema industriale più allargato, l’azienda Pharma che totalizza più “search” (Pfizer) è ben ultima, con indice 2, dietro a brand quali Samsung (88), Ikea (41), Fiat (28) e Kinder (4).

 

 

Il tutto a dimostrazione che il posizionamento delle aziende del farmaco nei dibattiti online è poco significativo se confrontato con altri segmenti merceologici.

 

Inoltre, dall’analisi del “sentiment” per settore, calcolato sulle dieci aziende più discusse, emerge che chi in rete discetta di farmaci o pacemaker e dibatte su chi li produce, nella maggior parte dei casi lo fa con atteggiamento neutro e distaccato (64%). Tuttavia, come accennato in apertura, vige un sentimento negativo (27,6%) verso il pharma nel quale non è difficile rintracciare i segni di un antico, notorio e irrisolto stigma nei confronti di chi “fa i soldi sulla pelle della gente”.

 

Meno “indigesto” appare ai navigatori il mondo dei device, considerato che il 76.7% delle discussioni che lo riguardano ha un carattere neutro e che dissensi (13.25%) e consensi (10.05%) quasi si equivalgono.

 

Decisamente più fortunato è il comparto Hi-tech (56% sentiment  positivo: gli smanettoni adorano le loro manie), seguito a ruota da Food & Beverage (51%), Moda (0%), Grande distribuzione (26%) e Auto/moto (26%).

 

Per questa specifica ricerca Netscreening ha interrogato 80mila fonti italiane dall’inizio dell’anno (65% fonti 1.0 e 35% fonti 2.0, ovvero i social network), sette giorni su sette e per ventiquattr’ore al giorno.

 

AboutPharma ha affidato l’interpretazione del dato a tre grandi esperti di web, marketing e comunicazione: Alberto Contri, presidente della Fondazione Pubblicità Progresso, Mario Pappagallo, giornalista del Corriere della Sera, e Paolo Tacconi, global digital director di De Agostini Publishing. I primi due indicano nella scarsa vocazione tecnologica e in alcuni oggettivi e storici errori (ad esempio gli scandali) le ragioni delle critiche mosse alle imprese dai navigatori italiani, suggerendo una migliore divulgazione dei comportamenti virtuosi per uscire dal pantano. Su quest’ultimo punto concorda anche Paolo Tacconi, che spiega le migliori strategie comunicative per presidiare il web. Prevenire è meglio che curare. Anche su internet.

Fonte: www.aboutpharma.com

Pubblicato da G.C.

Informatore Scientifico del Farmaco

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